“Se hai passato cinque minuti lamentandoti, hai appena perso cinque minuti” (J. Rohn)
Hai mai fatto caso a quante volte, mentre pensi tra te e te o mentre parli con qualcuno, ti viene da lamentarti di qualcosa? Molti di noi spesso non si rendono conto di farlo e se qualcuno glielo fa notare rispondono “ma io non mi sto lamentando, è così per dire!”. La lamentela è talmente entrata nel nostro modo di percepire che spesso non la riconosciamo nemmeno come tale.
Ma che cos’è una lamentela? E’ la manifestazione della propria scontentezza rispetto a qualcosa o a qualcuno, a ciò che non ci sta bene. Siccome ci sono un sacco di cose che non ci stanno bene nella vita, possiamo comprendere quanto sia facile per ognuno di noi produrre quotidianamente un numero esorbitante di lamentele.
Spesso però non si pensa a quali possono essere gli effetti di un atteggiamento simile nel tempo. Ne riporto alcuni dei più frequenti:
- mentre ti lamenti, ti può sembrare di sfogarti rispetto a un problema, ma in realtà parlandone ripetutamente lo si alimenta ancora di più, lo si nutre rendendolo sempre più presente e concreto
- lamentarsi toglie potere a se stessi, deresponsabilizza rispetto a ciò che è possibile fare in una determinata situazione, conferendo responsabilità e potere a ciò che non dipende da noi
- ci fa identificare con i nostri problemi, rendendo più difficile la loro risoluzione, come se ci si “affezionasse”
- ci rende insopportabili agli altri, portandoli nel tempo a rifiutarci perché trasmettiamo loro tutta la pesantezza dei nostri problemi (senza considerare che anche gli altri hanno già i propri).
Proprio per tutti questi motivi, uno dei primi interventi terapeutici in Terapia Breve Strategica è la tecnica della “congiura del silenzio” rispetto ai propri problemi, attraverso la quale, dopo aver fatto realizzare alla persona che tende a lamentarsi che cosa si cela dietro tale “semplice e ingenuo” atteggiamento, la si invita a sperimentare cosa accade evitando di farlo per un periodo di qualche settimana, sia nella relazione con se stessa che nelle relazioni con le persone intorno a lei. Andando a ridurre, fino a eliminare del tutto la tendenza a lamentarsi, si può riscontrare fin dai primi giorni una riduzione dell’intensità del problema, che lo rende di conseguenza più gestibile verso la sua risoluzione.
Come scrive William James: “Non importa quali cause o malanni esteriori abbiano potuto far nascere in un uomo un carattere piagnucoloso, lamentoso e scontento. Cosa può aiutare meno di questo atteggiamento a risolvere le difficoltà? Questo non fa altro che aggravare e perpetuare il guaio che lo ha provocato, aumentando il danno totale della situazione”.